
Udine è in paradiso, torna in serie A dopo 16 anni: una partita da cuori forti
Dopo una partita da cuori forti in un Carnera ribollente si completa la stagione super di Alibegovic e compagni
È tutto vero, dopo 16 anni e un’andata e ritorno all’inferno, l’Apu Old Wild West Udine torna in Serie A. Lo fa con due giornate d’anticipo battendo in una partita non da coronarie deboli una grandissima e fortissima Rimini. Finisce carattere, forza, classe, come i canestri di Hickey, Alibegovic e Da Ros nel finale: l’Apu si merita questa promozione perché è stata la più continua nell’arco del campionato e ha dimostrato anche in un ribollente Carnera come contro Rimini di non mollare mai.
Il Carnera ribolle, i 120 di Rimini belli compatti si fanno sentire eccome. Quando Xavier Johnson segna il primo canestro i romagnoli capiscono quanto sarà dura: il clima è rovente. Di quanto sarebbe stata dura, invece, l’Apu lo sapeva già: la seconda della classe è on-fire dal dopo Coppa Italia, quasi ingiocabile. Visto l’inizio tambureggiante solo una grande Apu poteva restare incollata, va detto. Il totem Camara quando entra fa subito male, con Johnson costretto al secondo fallo, è uno che sposta. Ma la voglia di Udine si esemplifica così: Bruttini entra, costringe al fallo il totem e segna 6 punti.
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La tensione è altissima, Alibegovic la sente, Vertemati in panchina è tarantolato. Fine primo quarto: 23-22. L’Apu fa fatica a tenere i lunghi ospiti, ha brutte percentuali al tiro, era prevedibile vista la posta in palio, ma ci mette una intensità pazzesca. “Udine, Udine” grida il palazzo. “Ora e sempre Roccia presente”, cantano all’unisono le due tifoserie, ricordando l’ultras Capitanio. Bando alle ciance, l’Apu deve cominciare a fare canestro da fuori per aprire la scatola. Solo la tripla di Ambrosin è una specie di manifesto della Vertemati band: difesa forte, transizione, giro palla e bam. Il Johnson biancorosso, però, è immarcabile, un Da Ros eccelso, a metà quarto regala il 37-31 con una tripla. La balaustra sold out come ai tempi della Snaidero esulta. Si rivede la mascotte Patrick. Dura un attimo. Rimini è forte, Marini il miglior italiano della A2 super, Antonio (Hickey) e Alibegovic non carburano. Così, Rimini va all’intervallo avanti: 44-43.
Udine tira 6 su 15 da tre, 5 su 14 da due e sbaglia troppi liberi. È la tensione, che deve essere battuta dalla voglia di tagliare il traguardo e finirla qui di fronte a uno splendido pubblico. E poi: punti in area Apu 10, Rimini 28.
Si riparte, equilibrio totale, Robinson fa vedere perché è un ex NBA, ma ora ci sono anche Mirza e Hickey. L’ala Gesteco Giacomo, il figlio di coach Dell’Agnello soffre vicino alla panchina del padre. Fiammata di Antonio e Mirza, che ha il fuoco dentro e bracca Marini (che però fa 4 falli) in staffetta con Ikangi: 61-52. Boato, viene giù il Carnera, che se avesse 6 mila posti come meriterebbe la città sarebbe lo stesso pieno. Fuori c’è il maxi-schermo, sentono l’urlo e poi vedono il canestro. Rimini reagisce eccome, resta in scia, anche se l’Apu difende forte e una schiacciata di Xavier con urlo annesso fa paura.
Fine terzo quarto: 71-66. In realtà è un pari mascherato. “Rimini, Rimini”, cantano i tifosi della squadra che prova a tenere aperto il campionato. Pullazi, due canestri dalla spazzatura e un rimbalzone, proprio quando Rimini prova a prendere in mano l’inerzia della partita. “La gente come noi non molla mai” canta un meraviglioso pubblico, mentre Ikangi strappa un rimbalzone. A 5’ dalla fine il tesoretto Apu è di 8 punti (81-73). A 4’ di 10 (83-73) con una magata di Antonio. Ma non è finita, i romagnoli hanno carattere e forza con un Tomassini fortissimo. E Udine si pianta pericolosamente. A 1’30” dalla fine l’Apu è 85-81. Il canestro promozione? È una autentica magia di Da Ros, con poi Hickey che abbraccia un bimbo a bordocampo. A un minuto dalla fine 87-83. Alibegovic, che porta in A1 la squadra 26 anni dopo papà Teo, segna i liberi. Poi a 36 secondi dalla fine Mirza fa venire giù tutto con una tripla in transizione. È tutto vero: Udine è in paradiso.
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