Udine, stadio Friuli-Bluenergy Stadium in corsa per gli Europei di calcio 2032

UDINE. Europei di calcio 2032 e Nord Est rischiano fortemente di non andare d’accordo. Perché, dopo la scrematura degli stadi candidati, a causa dell’accorpamento della rassegna con la Turchia, entrare tra i 5 impianti di parte italiana anni sarà durissima.
Verona e Udine già si contendono nella storia la saga di Romeo e Giulietta, domenica si affronteranno in campo per una sfida salvezza tra Udinese ed Hellas e ora si giocheranno anche il derby, tutto nordestino, tra i due stadi che sognano gli Europei.
Nelle ultime settimane il nuovo impianto di Udine – ora si chiama Stadio Friuli-Bluenergy Stadium – è tornato prepotentemente in gioco dopo essere stato escluso per capienza insufficiente, poiché per poter ambire a diventare un’arena da Europeo gli spettatori ospitabili devono esser almeno 30 mila.
Con i 25 mila e briciole il capolouogo friulano sembrava tagliato fuori, ma un progetto dell’Udinese (che ha avuto in concessione l’impianto dal Comune per 99 anni e ha pagato i 35 milioni della ristrutturazione) cambia tutto.
I 5 mila posti mancanti, infatti, potranno essere aggiunti ricavando un paio di file nei nuovi distinti e costruendo due nuove tribune tra il vecchio e caratteristico grande arco che copre la tribuna centrale, unica parte superstite del vecchio impianto, e le due nuove curve. Con 5-6 milioni in pochi mesi il gioco sarebbe fatto.
E così il nuovo “Friuli”, inaugurato nel 2015, è rientrato in gioco, tanto che il ministro dello sport, Andrea Abodi l’ha inserito tra gli stadi del centro-nord con Firenze, Bologna, Genova e appunto Verona, tra cui dovrà essere scelto il quinto impianto dell’offerta-Italia.
Gli altri? Tre sono scontati: l’Olimpico di Roma, l’Allianz Stadium a Torino e naturalmente San Siro, con eventuale sorpasso in corsa dell’avveniristico stadio che il Milan pensa di erigere entro 5 anni a San Donato. Al sud tra Napoli, Bari e Palermo inutile dire che il Maradona parte con km di vantaggio sulla concorrenza. E l’altro?
Firenze lunedì ha ricevuto una doccia gelata dal Tar del Lazio che ha respinto il ricorso contro il taglio dei 55 milioni di euro (poi lievitati a 70 per l’aumento dei costi) del Pnrr che il Comune avrebbe voluto utilizzare per lo stadio.
L’Unione europea aveva detto no, il Governo si è adeguato, ora il Comune ricorrerà al Consiglio di Stato. Genova? Marassi è ormai datato e forse troppo vicino a Milano e Torino.
E mentre a Verona l’ex calciatore e ora sindaco Damiano Tommasi fatica a chiudere il cerchio per i lavori al vecchio Bentegodi, coperto e riqualificato per Italia 90 ormai 33 anni fa, Udine ha il suo rivale: il Dall’Ara di Bologna.
Il progetto di “mister Canada” Saputo è ambizioso. Per rifare lo stadio che fu di Bulgarelli e Pascutti, ma anche (per poco) di Baggio, sarà costruito pure un impianto provvisorio da 16 mila posti, dove intanto giocherà l’ambizioso Bologna. Obiettivo 2028. Ma siamo in Italia, non in Canada. Ecco perchè Udine e il Nord Est possono ancora spuntarla.
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