Udinese a Parma per zittire le statistiche

Guidolin: sono convinto che abbiamo la possibilità di fare una bella gara e di ottenere un buon risultato giocando con personalità e attenzione
L'allenatore dell'Udinese Francesco Guidolin
L'allenatore dell'Udinese Francesco Guidolin

UDINE. Parma costituisce un banco di prova importante per l’Udinese, chiamata a «zittire» le statistiche che la danno quasi mai vincente negli incontri disputati senza il suo capitano Totò Di Natale. All’assenza per squalifica del bomber bianconero si aggiunge l’insidia di un campo come quello emiliano, dove i padroni di casa si esprimono sempre al meglio.

«Cercheremo di esprimerci bene anche senza Totò - commenta mister Francesco Guidolin nella conferenza stampa della vigilia - con lui in campo ovviamente è tutto più semplice, ma sono convinto che abbiamo la possibilità di fare una bella gara e di ottenere un buon risultato giocando con personalità e attenzione».

Ci sarà un opportunità per Muriel? «È un occasione per tutti - ha precisato - non solo per il colombiano. Il Tardini è un campo difficilissimo soprattutto per l’Udinese che storicamente lo soffre molto. A Luis chiederò di mostrare il talento, la velocità e l’abilità di spaccare la difesa avversaria con le sue penetrazioni».

Per il tecnico dei friulani non è giunto comunque per Totò un ruolo simile a quello della scorsa stagione di Alex Del Piero nella Juventus: «In un futuro lontano forse sì - è la risposta - ma per il momento no. Per l’orologio biologico Di Natale è ancora un ragazzo. Il Totò di luglio 2010 è lo stesso giocatore di aprile 2013, non è cambiato di una virgola».

In casa i gialloblù di Donadoni si trasformano, hanno superato tante squadre ai primi posti in classifica: «Sanno cambiare pelle dal punto di vista tattico, passando agilmente dal 3-5-2 al 4-3-3. È una formazione ottimamente allenata, con giocatori di esperienza e giovani puledri tipo Biabiany, era una pedina fondamentale del mio Parma. Hanno risolto il problema salvezza con un certo anticipo».

Guidolin ritroverà anche un suo grande ex giocatore, quell’Amauri che, afferma, «è tra gli attaccanti più forti che abbia mai allenato. Non ho mai guidato grandi squadre ma ho allenato grandi giocatori, e lui appartiene senza ombra di dubbio a questa categoria. Sono orgoglioso di aver spinto Zamparini a fare un investimento importante per strapparlo al Chievo. Ero convinto che grazie a lui il Palermo avrebbe compiuto il salto di qualità, inquadrando l’obiettivo Champions League. Purtroppo il suo infortunio - ha concluso - ha cambiato la storia».

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