Udinese, cala il primo asso di coppa FOTO - IN CAMPO
TRIESTE. Operazione Europa, secondo atto. Dopo i bosniaci di Siroki, ecco i cechi di Liberec: pensate che il Guido abbia esibito una faccia diversa? No. La parola d’ordine è «volare bassi». L’ha fatto capire anche ieri pomeriggio con Giampiero Pinzi al fianco, circondato di bianco e di rosso, nella cornice dello stadio Nereo Rocco di Trieste.
Lo Slovan sarebbe arrivato dopo un’oretta sullo stesso palcoscenico, giusto una toccata e fuga per dire che «la squadra favorita è quella italiana». Campa cavallo. «Cà nisciuno è fesso», avrebbe detto Totò. Quello vero. Beh no, il comico: anche l’Udinese ha un Totò doc.
E pure il buon senso per capire che le schermaglie dialettiche delle panchine sono fatte per togliere un po’ di pressione dalla schiena delle rispettive squadre. Così Francesco Guidolin avverte che lo Slovan «non molla mai» e il collega Jaroslav Silhavy risponde che, in definitiva, lui non ha nulla da perdere. Scusate l’espressione: col piffero.
Tattica. È un po’ lo specchio del gioco delle parti. Prendete i cechi. Si dice che possano esibire un disinvolto 4-2-3-1 – i giornalisti arrivati al seguito della squadra lo garantivano –, ma sotto sotto tutti sanno che da quelle parti è il 4-1-4-1 il modulo principe. In trasferta, in Europa, contro Skonto Riga e Zurigo, nei precedenti turni preliminari, lo Slovan ha giocato così, con un “playmaker” basso che, più che altro, è un’ulteriore diga davanti alla difesa a quattro, mentre in posizione avanzata l’unica punta Rabusic viene assistita addirittura da un poker di compagni, due esterni e due centrocampisti.
Di solito funziona così. Come? Stavolta potrebbero schierare tre trequartisti dietro il centravanti? Sì, sulla carta. Vedremo stasera al Rocco o in tivù (diretta per gli abbonati su Mediaset Premium Calcio ma anche Udinese Channel spera in un via libera dell’ultima ora per una telecronaca in chiaro).
Risposta. Guidolin si è giustamente nascosto. «Che adesso, volete anche la formazione?». Quella non la dà mai, neppure quando c’è in palio una pizza e la birra. Ed è giusto che sia così. Nel calcio tecnologico, gli avversari di studiano nei minimi dettagli, conoscono pregi e difetti. Sono pronti a sbarrati la strada se annunci che quella sarà la via tattica che seguirà la tua squadra. Prendete l’Udinese: può giocare con il caro vecchio 3-5-1-1, lo schema ideato quando c’era il Niño Sanchez dietro Totò, là dove adesso agirebbe Muriel con i compiti del trequartista.
Ma stavolta, a naso, il Guido dovrebbe piazzare anche Pereyra alle spalle del totem Di Natale, con Pinzi e Allan in mediana, Basta e Gabriel Silva sulle fasce, Heurtaux, Danilo e Domizzi a protezione della porta di Kelava, in difesa. Ipotesi. Anticipazioni. Tutta polpa da assaggiare questa sera (fischio d’inizio alle 20.45, arbitro il novegese Hagen), con alcune avvertenze.
Nel caso di 3-5-1-1, Lazzari potrebbe essere preferito a Pinzi, come si è visto nelle ultime prove, l’altro giorno al centro sportivo Bruseschi, mentre in retroguardia Naldo si gioca il posto con Heurtaux (che comunque parte in vantaggio).
Cornice. I biglietti venduti sono poco più di cinquemila ai quali oggi potrebbe aggiungersi un altro migliaio di tagliandi staccati direttamente ai botteghini dell’impianto triestino. Non proprio il pubblico delle grandi occasioni. Numeri da trasferta. L’Udinese invece gioca in casa dove il gol avversario può valere doppio. Occhio.
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