L’Udinese passa a Lecce ma scoppia il caso Lucca: ruba il rigore a Thauvin, esulta da solo e viene sostituito
Il bomber litiga con la squadra per tirare il penalty, segna dal dischetto (salendo a quota 10 in campionato) e mister Runjaić lo cambia
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Non si ferma l’Udinese, pronta a raccogliere il decimo punto nelle ultime quattro partite: solo il Napoli è riuscito a strapparle un pareggio da quando Runjaic ha deciso di cambiare assetto tattico virando verso il 4-4-2, un modulo con il quale adesso sta cercando di coinvolgere sempre più giocatori. Ma a Lecce i bianconeri non raccolgono solo rose e fiori come sembra raccontare un classifica più che tranquilla, a -6 dal sesto posto della Fiorentina.
Con los huevos bien puestos, con todos los compañeros en contra y la colgó de un ángulo. El DT flor de vigilante y Thauvin me come bien las bolas. Te fuiste a jugar a MEXICO!!! Burro intergaláctico. https://t.co/DYheV66wMd
— Manuel (Gago batate) (@ManuBayugarj) February 21, 2025
Il bello e il brutto va in scena nel primo tempo. È un autentico minestrone che racchiude la capacità dell’Udinese di imporre il proprio gioco, la tanto discussa supremazia del Var sulle decisioni dell’arbitro, il semiesordiente Bonacina (sembrato tutt’altro che pronto per la Serie A), in occasione del penalty che ha sbloccato la gara e l’incredibile sceneggiata di Lucca che per tirare il rigore litiga con l’intera squadra, subendo tra l’altro un’ammonizione proprio per il battibecco con i compagni all'altezza del dischetto.
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Il tutto mentre al Via del Mare, sulle tribune, va in scena un’autentica rivolta, con tifosi che abbandonano il proprio posto non condividendo la decisione dettata dalla review consigliata sala Var di Lissone, dove davanti al video hanno agito il Guida e Serra.
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Per chi ha nel cuore i colori bianconeri la lente d’ingrandimento non può essere posata sul “caso Lucca” che ricorda da vicino un episodio di quasi 23 anni fa, l’8 dicembre 2002, protagonista – nelle vesti di rigorista a tutti i costi – Vicenzo Iaquinta che in un’Udinese-Empoli “rubò” il penalty a Pizarro tra i fischi di uno stadio Friuli basito per l’atto di egoismo che male di accompagna se si parla di uno sport di squadra come il calcio.
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Il mestiere del bomber prevede anche una “sana dose” faccia tosta, ma Lucca non ci ha fatto una grande figura proprio agli occhi di chi vuole colpire a suon di gol (con quello di Lecce sono 10 in campionato).
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Chi investirebbe 30 milioni per un attaccante che non sa obbedire alla “ragion di squadra”? L’impressione è che il turbine delle voci di mercato alimentate dalla vorticosa opera da piazzista del procuratore Beppe Riso non gli abbiano fatto bene. La società dovrà intervenire oggi come fece allora con Iaquinta.
In Salento ci ha pensato Runjaic che l’ha sostituito a una manciata di minuti dalla surreale esultanza solitaria, una freddezza proseguita a centrocampo, dove Thauvin, l’incaricato del rigore, ha rifiutato di stringergli la mano.
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Al posto di Lucca mister Kosta ha inserito Bravo, modificando giocoforza un piano tattico che per mezzora era stato davvero convincente. Pressing alto, 65 per cento di possesso palla, almeno tre occasioni da rete. Il tutto con un 4-4-2 offensivo: Lucca e Sanchez di punta, Thauvin a destra come esterno di centrocampo con Ekkelenkamp sull'altra fascia. In difesa come terzino Kristensen: uno schieramento già visto contro il Venezia, dove il Niño non aveva convinto in pieno. Ieri, invece, il cileno si è fatto coinvolgere di più, orchestrando anche la pressione quando il Lecce ha tentato di cominciare la costruzione dal basso.
In questo quadro il ruolo di Lucca era il punto di riferimento, il “centroboa”, laddove Bravo ha caratteristiche completamente diverse. Il sostituto perfetto sarebbe stato Davis che, tuttavia, è appena rientrato dopo un lungo infortunio: troppo rischioso inserirlo con ancora un’ora di gioco davanti.
Senza un terminale di peso l’Udinese ha prodotto decisamente poco: qualche ripartenza, un paio di conclusioni dal limite in una ripresa che ha visto la squadra di Giampaolo alzare il baricentro del gioco senza tuttavia creare grandi pericoli, neppure nel finale che Runjaic ha affrontato inserendo via via Payero, Zarraga, Ehizibue e Atta.
I tre punti prendono la strada del Friuli, ma sulla tavola non ci sono tarallucci e vino.
LECCE – UDINESE 0 – 1
LECCE (4-3-3) Falcone 6; Guilbert 6 (44' st Veiga sv), Baschirotto 6, Jean 5.5, Gallo 5.5; Coulibaly 6, Pierret 6.5 (26' st Rebic 5.5), Rafia 5.5 (1' st Berisha 6); Pierotti 5 (1' st Karlsson 5.5), Krstovic 5.5, Morente 5.5 (37' st N'Dri sv). All. Giampaolo.
UDINESE (4-4-2) Sava 6; Kristensen 6 (32' st Ehizibue 6), Bijol 6.5, Solet 7, Kamara 6; Thauvin 6, Lovric 6.5 (32' st Zarraga 6), Karlstrom 6.5, Ekkelenkamp 6 (32' Atta 6.5); Sanchez 6 (20' st Payero 5.5), Lucca 6 (36' pt Ilker Bravo 5.5). All. Runjaic.
Arbitro Bonacina di Bergamo 5.5.
Marcatore Al 32’ Lucca (rig.)
Note Ammoniti: Lucca per comportamento non regolamentare, Berisha, Lovric e Payero per gioco falloso. Angoli: 11 a 8 per il Lecce. Recupero: 3' e 4'.
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