Udinese, Guidolin è molto cauto per l’incontro con il Cagliari

Il tecnico dice che la squadra ha dimostrato di stare bene, "ma ogni volta bisogna ripartire da zero e affrontare ogni singolo appuntamento con la consuetà umiltà e determinazione"
Arta Terme (UD), 11/07/2011.Campionato di calcio Serie A 2011/2012.Allenamento dell'Udinise durante il secondo giorno di ritiro..Nella Foto Francesco Guidolin.Copyright telefoto Simone Ferraro - PFP Photo Agency
Arta Terme (UD), 11/07/2011.Campionato di calcio Serie A 2011/2012.Allenamento dell'Udinise durante il secondo giorno di ritiro..Nella Foto Francesco Guidolin.Copyright telefoto Simone Ferraro - PFP Photo Agency

UDINE. La volata è partita e l’Udinese ha dimostrato di avere la gamba per piazzare lo spunto vincente. Sarà così anche domani sul neutro di Trieste, al Rocco? Francesco Guidolin non va oltre un semplice «speriamo».

Il tecnico sottolinea i motivi: «Chi fa sport sa che non tutte le giornate sono uguali. La squadra ha dimostrato di stare bene, ma ogni volta bisogna ripartire da zero e affrontare ogni singolo appuntamento con la consuetà umiltà e determinazione e perchè no un pizzico di ambizione».

Mancano cinque partite alla fine del campionato e la sensazione è che quella con il Cagliari sarà la più difficile: «Io non riesco a pensare alle altre - replica il tecnico bianconero -, posso dire che affrontiamo un avversario che nelle utlime due partite ha battuto l’Inter e perso al 94’ con il Napoli, ovvero due squadre più forti della nostra. Il Cagliari è squadra tosta, di livello, serena dopo il raggiungimento della salvezza».

Per la prima volta della stagione o quasi il tecnico avrà problemi di scelta nel reparto avanzato. Di Natale, Muriel, Zielinski, Pereyra: impossibile schierarli tutti. E quando gli chiedono se farà partire dall’inizio sia Totò che Luis Guidolin replica: «Non lo so».

A Trieste l’Udinese sarà seguita da un cospicuo numero di tifosi, oltre 2 mila. Ma avrebbero potuti essere molti di più senza le limitazioni decise dalla questura di Trieste.

«Avranno avuto i loro buoni motivi - il pensiero di Guidolin -, ma da uomo di sport non posso che provare dispiacere per certi paletti. In Italia l’avvicinamento allo stadio delle famiglie è sempre più complicato e questo rischia di creare disaffezione da parte della gente».

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