Udinese, la "fabbrica" dei portieri. Ecco chi sono i numeri uno del futuro

Brunner, preparatore dei numeri uno, ci racconta pregi e difetti di Scuffet, Meret e Perisan
Italian national soccer team goalkeepers Gianluigi Buffon (R) and Alex Meret in action during the training section in Coverciano, near Florence, Italy, 22 March 2017. Italy will face Albania in the FIFA World Cup 2018 qualifying soccer match on 24 March 2017 in Palermo, Sicily island, Italy. ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
Italian national soccer team goalkeepers Gianluigi Buffon (R) and Alex Meret in action during the training section in Coverciano, near Florence, Italy, 22 March 2017. Italy will face Albania in the FIFA World Cup 2018 qualifying soccer match on 24 March 2017 in Palermo, Sicily island, Italy. ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI

UDINE. Lo diceva Agatha Christie che tre indizi fanno una prova, e se l’Udinese può vantare tre giovani portieri friulani nelle prime squadre Nazionali, con Meret, Scuffet e Perisan cinti d’azzurro, allora la prova è certa e riconduce all’idea che alle qualità individuali è fondamentale abbinare una scuola all’altezza con maestri capaci. Ecco perché non è esagerato parlare di “ fabbrica dei portieri” in casa bianconera, vista la produzione virtuosa e di serie, con Alex Brunner a capo dello staff dei preparatori dei portieri.

Brunner, forse è un caso più unico che raro che un club consegni un portiere ad ognuna delle prime tre nazionali, con Meret a servizio di Ventura, Scuffet della Under 21 e Perisan nella Under 20.

« La premessa è il talento di questi ragazzi, ma se ci sono così tanti portieri dell’Udinese che si stanno affermando, è anche perché abbiamo una filiera anche a livello didattico che parte dal preparatore degli allievi Diego Del Piccolo e prosegue con Sergio Marcon, nella primavera. Il nostro è un lavoro di squadra con una metodologia “comune”.

La può sintetizzare? «All’Udinese piacciono i portieri aggressivi, soprattutto quelli che coprono bene la profondità che si crea tra il portiere e la linea difensiva. Ecco, noi lavoriamo in modo che quando arrivano allenatori come Delneri, che vogliono una linea difensiva alta e aggressiva, i portieri sappiano coprire velocemente questo spazio, e il lavoro comincia dagli allievi».

Addentriamoci nell’analisi individuale partendo da Scuffet, tornato titolare, ma soprattutto rientrato dopo la rinuncia all’Atletico Madrid e la retrocessione col Como. Che Scuffet ha ritrovato?

«Tutti parlano di un anno buttato a Como, invece dico che è stato un anno importantissimo. L’ho seguito bene e sebbene inserito in una squadra in grandissima difficoltà, che avrebbe messo a dura prova anche un portiere esperto, Scuffet ha fatto partite di livello. Ho ritrovato un uomo con maggiore autostima e voglia di superare i problemi, anche se Simone ha sempre dimostrato di avere dieci anni in più rispetto alla sua carta di identità».

E a livello tecnico come si è ripresentato?

«Innanzitutto ha aumentato la muscolatura, poi è molto migliorato sulle palle alte nel sul suo raggio d’azione e ha alzato la sua posizione di partenza di un metro lavorando sull’alzata. Adesso gioca con più coraggio anche perché oggi non basta più difendere la linea di porta».

Tuttavia, il gol subito a Pescara non lo ha aiutato e in allenamento ha fatto spesso fatica quest’anno.

«In quella circostanza Simone doveva fare un passo e andare, ma quello è un tiro strano che gli fa perdere un tempo di reazione passando tra le gambe dei giocatori davanti. Quanto all’allenamento, dico che Scuffet ha una qualità da grande, fare bene nei momenti giusti. Ci sono portieri fenomenali il giovedì, il venerdì e il sabato, ma non la domenica, e lui non è tra questi».

Passiamo a Meret, che ha trascorso il suo ventesimo compleanno ad allenarsi con Buffon in Nazionale. Che Meret ha consegnato alla Spal e che campionato sta facendo?

«Rispetto a Scuffet, Alex aveva solo due partite di coppa Italia alle spalle. La premessa è importante, così come lo sarà la crescita della struttura fisica perché a gradi livelli quando vai nel traffico dell’area di rigore devi tenere botta ad attaccanti di 90 chili. A Ferrara era partito con qualche titubanza, poi ha acquisito fiducia».

Il suo punto di forza?

«Nonostante la statura ha la velocità di trovare il terreno anche sulle palle radenti».

Il portiere deve anche saper parlare per dirigere la difesa. A che punto è la comunicazione?

«All’inizio erano molto timidi, essendo anche introversi, ma abbiamo lavorato anche su questo aspetto».

Samuele Perisan è nazionale Under 20.

«Ha statura, tecnica e struttura per lanciarsi. Deve migliorare la presa e ha un’esplosività negli arti inferiori veramente notevole, col passo e spinta copre tanto spazio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:udinese calcio

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto