Udinese, l'infortunio di Lasagna costringe Oddo a cambiare modulo
UDINE. Non siamo ancora arrivati alle nozze con i fichi secchi, ma senza Kevin Lasagna – fuori per almeno una trentina di giorni – è chiaro che l’Udinese dovrà ricalibrarsi, dando credibilità a un reparto (l’attacco) che è sempre stato al centro dell’attenzione, fin dalla scorsa estate, quando si cercava l’erede di Duvan Zapata e, invece di un centravanti di sicuro affidamento, è arrivata la scommessa Bajic (persa per quest’anno, è già in prestito in Turchia), al quale si è aggiunto Maxi Lopez a campionato iniziato per sostituire l’indisciplinato (tatticamente) Thereau, finito alla Fiorentina.
Adesso siamo di nuovo daccapo? Non proprio. Se infatti Delneri aveva faticato a dare continuità a una produzione offensiva capace di mandare a segno i centrocampisti, è indubbio che la bravura del nuovo arrivato Oddo è stata quella di “dare profondità” all’Udinese grazie agli inserimenti degli uomini della mediana in fase conclusiva (da Barak a Jankto) e alla velocità di Lasagna, diventato il bomber bianconero grazie ai tagli, alle percussioni, al movimento, indipendentemente dal ruolo, visto che l’ex Carpi ha agito in questi ultimi tre mesi da prima e da seconda punta, a seconda delle necessità.
Considerando che ora la vena creativa (in fatto di gol) dei centrocampisti non è più così rigogliosa e che Lasagna è finito – ahinoi – in infermeria per uno stiramento, diventa urgente una soluzione alternativa per poter continuare ad alimentare il sogno europeo, anche se le avversarie in quella zona della classifica sembrano più rodate o attrezzate. Sarebbe però un autentico delitto calcistico non provarci, considerando che gli scontri diretti non mancano (Sampdoria, Fiorentina e Atalanta prima di Pasqua), così come le avversarie di spessore, dalla Roma (sabato) alla Juventus, alle quali “rubacchiare” qualche punto tornerebbe utile ai fini del piazzamento.
Insomma, il rammendo per coprire il “buco” provocato dall’infortunio di Lasagna è urgente e fondamentale, tanto che già ieri, alla ripresa della preparazione, Oddo ci ha lavorato su a lungo. L’idea di massima è quella di non cambiare il modulo o, almeno, la base del 3-5-2, con solo nella conformazione numerica della difesa.
Il motivo? Forse deve essere ricercato nel passato recente, da quello schieramento tattico che il tecnico pescarese ha proposto all’inizio contro il Milan, senza trovare una risposta convincente dalla squadra: «Ho sbagliato io», disse allora riferendosi al 3-4-2-1 che rappresenta la vera tentazione per la risoluzione del “problema Lasagna”.
La tentazione del doppio trequartista che però contro il Milan si è trasformata in un boomerang che ha portato gli esterni a difendere e gli uomini in assistenza al centravanti a rinculare a centrocampo, per quello che diventò un 4-5-1 a dir poco rinunciatario. Vale la pena riprovarci?
Punto di domanda quanto mai d’attualità, anche perché in caso di una risposta negativa bisognerà puntare di nuovo su un 3-5-2 con Stipe Perica e Maxi Lopez coppia d’attacco (già vista all’opera all’Olimpico contro la Lazio: finì con un secco kappaò per 3-0). O su un 3-5-1-1 con De Paul alle spalle di un centravanti. Ieri Oddo ha provato addirittura Nicolas Garmendia, 20 anni appena compiuti, trequartista della Primavera talentuoso ma a dir poco discontinuo. Mater artium necessitas, dicevano i latini. La necessità è la madre dell’abilità...
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