Udinese, Runjiac “legge” la sconfitta: «Stavolta non è scattata la scintilla giusta»

Il tecnico bianconero: «Mancavano Thauvin e i giocatori adatti». «Non abbiamo avuto la giusta intensità, le nostre trame offensive non hanno funzionato bene e poi abbiamo preso il gol»

Pietro Oleotto

Pane, amore e fantasia. Ma nel film proiettato sabato dall’Udinese mancavano almeno due ingredienti.

Se infatti la cornice di pubblico è stata particolarmente calorosa, pronta a ribattere colpo su colpo agli incitamenti della “falange” veronese, in campo non si sono visti quei cross che avrebbero potuto nutrire l’attacco bianconero e neppure quella voglia di mordere l’avversario che si è rintanato, spesso e volentieri, a giocare basso davanti al proprio portiere.

Kosta Runjaic non sposta il mirino della critica dai pochi traversoni: «Bisogna trovare il momento giusto per cercarli e avere a disposizione dei giocatori in grado di mettere in pratica questo tipo di gioco», racconta il tecnico tedesco a chi gli chiede come mai l’Udinese è arrivata poche volte sul fondo per poi proporre una parabola per i colpitori di testa, in particolare Lucca.

L’assenza

Quando si perde spesso e volentieri chi non c’era ha sempre ragione. È un po’ la logica delle spiegazioni infarcite di “se” che si ascoltano nel mondo del calcio. Non avere Thauvin però contro una squadra chiusa come il Verona è stata davvero una mazzata per l’Udinese.

«È un giocatore molto importante per noi – ha confermato Runjaic –: ci è mancato, perché corre molto, subisce tanti falli e cerca anche lo spazio per il cross. L’infortunio? Ha avuto qualche problema a un piede dopo un fallo subito contro la Lazio che poteva anche essere da espulsione. Si è riposato, nella prossima partita dopo la sosta dovrebbe esserci.

L’analisi

«Non abbiamo avuto la giusta intensità, le nostre trame  offensive non hanno funzionato bene e poi abbiamo preso il gol». Il sunto è illuminante, soprattutto nella fotografia degli episodi. Quelli che non hanno girato a favore dell’Udinese in attacco e quello che ha deciso la gara, la parabola di Duda che ha scavalcato barriera e Okoye.

«Quando si gioca contro una squadra che si difende bassa come il Verona bisogna trovare delle alternative. Punizioni, corner, qualcosa di diverso. Magari anche nella pressione alta. Invece stavolta è mancata la scintilla giusta, mentre i nostri avversari hanno sfruttato al massimo una punizione. Non dobbiamo deprimerci, bisogna imparare dalla sconfitta e guardare al futuro».

I singoli

Spazio infine ai giudizi. Su Kristensen e Sanchez, per esempio, sostituiti nell’intervallo: «Kristensen era ammonito e ha cominciato a non essere sicuro, non volevamo correre il rischio di restare in dieci. Sanchez invece non ha fatto uno dei suoi migliori primi tempi, volevamo più presenza fisica in campo, volevamo aggiungere chilometri a centrocampo».

Poi Okoye e la sua incertezza sul gol: «Devo rivederlo, non so dire se potesse fare di più, dalla panchina la punizione mi sembrava calciata molto bene».

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto