«Una gioia indescrivibile vedere Bryan in azzurro»

Papà Cristante e le doti del friulano di Casarsa scelto da Mancini per il nuovo corso «Non si è mai montato la testa o demoralizzato, continua a lavorare e impegnarsi»
Atalanta's Italian midfielder Bryan Cristante jubilates after scoring a goal during the Italian Serie A soccer match Uc Sampdoria vs Atalanta Bergamasca Calcio at Luigi Ferraris Stadium in Genoa, Italy, 15 October 2017 ANSA/SIMONE ARVEDA
Atalanta's Italian midfielder Bryan Cristante jubilates after scoring a goal during the Italian Serie A soccer match Uc Sampdoria vs Atalanta Bergamasca Calcio at Luigi Ferraris Stadium in Genoa, Italy, 15 October 2017 ANSA/SIMONE ARVEDA

CASARSA. «Vedere il proprio figlio in Nazionale è una gioia indescrivibile», firmato Walter Cristante. La “cartolina” del padre di Bryan, friulano di San Giovanni di Casarsa scelto dal ct Roberto Mancini per il nuovo corso azzurri, arriva dopo il quarto d’ora abbondante in campo nella ripresa dell’amichevole vinta con l’Arabia Saudita a San Gallo, in Svizzera. Contro Francia e Olanda (rispettivamente venerdì e lunedì prossimi) è probabile che Cristante scenda in campo con i galloni del titolare. D’altra parte a 23 anni appena compiuti è uno dei centrocampisti emergenti del nostro calcio, è uno dei gioielli che tutti i grandi club vorrebbero accaparrarsi: Roma e Juventus sono pronte a duellare a suon di milioni, almeno 30 secondo la valutazione del presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi.

Le origini. Nato a San Vito al Tagliamento, ma cresciuto a Casarsa, Bryan si è formato nelle giovanili del Milan, esordendo da titolare in serie A il 6 gennaio 2014 e bagnando il suo debutto con un gol contro l’Atalanta. Proprio quell’Atalanta che, nel gennaio 2017, su forte volontà di Gasperini, ha prelevato Bryan dopo le sue avventure con Benfica, Palermo e Pescara: un peregrinare decisamente tortuoso per un ragazzo così giovane. Il centrocampista azzurro è però definitivamente esploso a Bergamo, diventando uno delle mezzali più forti del campionato e guadagnandosi la prestigiosa chiamata del Mancio.

Con la Dea. La stagione di Bryan Cristante all’Atalanta è stata di altissimo livello. Il gioco ad alti ritmi e le marcature a uomo a tutto campo tipiche del gioco di Gasperini hanno esaltato le caratteristiche di quello che è un centrocampista poliedrico, abile sia con il pallone che senza. Partito come regista ai tempi delle giovanili rossonere grazie alla sua qualità, nel sistema atalantino Bryan ha giocato da centrocampista a tutto tondo. Il suo dinamismo, il suo fiuto del gol e la sua qualità gli hanno permesso di essere uno dei giocatori cardine dei neroazzurri, con cui ha realizzato 12 gol stagionali tra Serie A ed Europa League.

La trafila. Prelevato dal Milan a 14 anni mentre giocava in Veneto nei Giovanissimi della Liventina, Cristante ha mosso i primi passi da calciatore nei pulcini del Casarsa. Se lo ricorda bene l’allora presidente casarsese Ettore Colussi, particolarmente felice per la convocazione dell’atalantino. «È un grande piacere vedere un giocatore che ha iniziato a giocare a calcio nella tua società arrivare in Nazionale. Bryan se lo merita perché, oltre ad essere un ragazzo serio ed educato, ha dimostrato sempre di amare alla follia questo sport. La prima cosa che saltava all’occhio guardando le sue partite anche in tenera età - conclude l’ex-presidente - non era tanto il suo talento, seppur evidente, ma la sua voglia di migliorarsi costantemente: un fuoco che arde dentro il petto di pochissimi».

La famiglia. Ovviamente tutti i suoi parenti più stretti sono al settimo cielo. Walter e Liana, genitori di Bryan, aspettano freneticamente la partita di domani sera. “Vedere il proprio figlio in Nazionale – dice il papà – è una gioia indescrivibile». Una chiamata in azzurro che è frutto non solo dei valori tecnici, ma anche delle sue doti umane: «Bryan ha sempre dimostrato le sue qualità calcistiche, dando il suo contributo in ogni squadra in cui ha giocato. La sua forza principale, però, non è stata né la tecnica, né la tattica individuale, bensì l’umiltà e l’etica del lavoro. Sia nei periodi belli che in quelli difficili non si è mai montato la testa o demoralizzato, continuando a lavorare ed impegnarsi. Adesso i risultati si stanno vendendo». Sudore e lavoro, ecco le caratteristiche “sotterranee” di Bryan Cristante, Dna friulano.

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