I verdetti del PalaDozza tra le rivali dell’Apu: ecco chi sale e chi scende

Le Finals di Bologna hanno evidenziato come sia Cantù l’avversaria da tenere d’occhio. Rimini sembra la brutta copia di quella ammirata nel girone di andata

Giuseppe Pisano
Hickey durante il match contro Cantù. Foto Petrussi
Hickey durante il match contro Cantù. Foto Petrussi

È Cantù l’avversaria da tenere d’occhio nel rush finale del campionato. La Coppa Italia ha ribadito che sono i brianzoli gli unici che possono ancora contrastare l’Apu nel grande salto al piano superiore. Questione di roster, di condizione fisica e morale. Rimini, infatti, sembra ormai la brutta copia della squadra che ha dominato il girone d’andata. Proviamo a tastare il polso alle due inseguitrici dei bianconeri, entrambe a -6.

Cantù sale

La Coppa Italia di A2 forse sfigura un po’ nell’affollata bacheca canturina, accanto a Coppe dei Campioni, Coppe Korac, Intercontinentali, scudetti conquistati da fior di campioni rimasti negli annali, ma può dare un rinnovato entusiasmo agli uomini di coach Brienza, che si sono messi alle spalle il periodo nero delle cinque sconfitte consecutive.

Anche il fatto di aver battuto la capolista, anche se in versione incerottata, può essere uno stimolo in più per tentare il tutto per tutto. Cantù non è una macchina perfetta, ma ha esperienza e talento in grande quantità nel roster. McGee, se gli infortuni lo lasciano in pace, è un giocatore di primissimo livello, così come Moraschini è ancora un giocatore che ha qualcosa da dire nella sua carriera.

Fisicamente i brianzoli sono parsi in buone condizioni, anche se c’è un grande punto interrogativo alla voce playmaker: con De Nicolao ancora fermo ai box, ora c’è da monitorare l’infortunio occorso a Valentini. Il calendario, invece, non è dei migliori. Domenica Baldi Rossi e compagni vanno a Brindisi, poi ricevono Verona. A seguire doppia trasferta, a Nardò e Torino. Infine Pesaro (casa), Avellino (fuori) e Vigevano (casa).

Rimini scende

Come abbiamo già sottolineato prima della kermesse di Bologna, la squadra romagnola rispetto, a Cantù, ha una serie di vantaggi: deve giocare una partita in più rispetto a Udine, ha il +15 dell’andata con Alibegovic e compagni e deve ancora disputare la gara di ritorno. Dal punto di vista aritmetico, per Rimini rimontare da -6 è meno complicato.

Tutti gli altri indicatori, però, dicono il contrario. La squadra di Sandro Dell’Agnello è in caduta libera, con 10 sconfitte nelle ultime 16 gare ufficiali disputate. La condizione fisica e morale è pessima, come ha confermato il crollo verticale del secondo tempo in semifinale contro Cividale. Il rendimento di Robinson lascia a desiderare, persino un top player della A2 come Marini sembra in fase calante. Il tutto mentre parte della tifoseria accusa la società di non aver fatto nulla per invertire la tendenza: tutte le rivali sono intervenute sul mercato, Rimini è rimasta a guardare.

Il calendario, inoltre, è durissimo. Domenica c’è Pesaro in casa, poi trasferte a Rieti e Avellino. Inizio aprile con due tappe pianeggianti (Juvi e Vigevano in casa), poi il finale in salita: trasferte a Udine e Bologna. All’ultima giornata, in casa con Nardò, i giochi potrebbero essere già fatti. 

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