Voglia di volare, Nani lancia l'Udinese: «Battiamo il Parma, poi vediamo»

Il “supervisore” bianconero: «L’Europa è il sogno di tutti, ma ci sono cinque squadre più attrezzate di noi»

Stefano Martorano
L'Udinese sogna dopo la vittoria a Lecce. A destra il dirigente Gianluca Nani
L'Udinese sogna dopo la vittoria a Lecce. A destra il dirigente Gianluca Nani

«Battiamo il Parma e poi vediamo chi riusciamo a prendere là davanti, consapevoli che per l’Europa ci sono cinque squadre più attrezzate di noi».

È Gianluca Nani, Group technical director del club friulano, a ricalibrare l’obiettivo all’Udinese che sabato 1 marzo, alle 20.45, ospiterà il Parma allo Stadio Friuli - Bluenergy Stadium. È la partita che può vidimare la salvezza anticipata, ma soprattutto lanciare la Zebretta verso un finale di campionato in cui il supervisore del mercato bianconero si aspetta di vedere all'opera una squadra ancora più unita dopo il caso Lucca che ha agitato le acque dopo Lecce.

Nani, il 24 febbraio Gino Pozzo ha compiuto sessant’anni. Crede che il regalo più bello possa farglielo l'Udinese puntando all’Europa?

«Intanto il regalo che gli è già arrivato dalle ultime vittorie di Udinese e Watford ha contribuito a fargli trascorrere un compleanno sereno. Tornare in Europa sarebbe il suo sogno, il mio e di tutti i tifosi, però bisogna anche fare i conti con la realtà».

Facendoli, il sesto posto che vale la Conference League dista 6 punti, in attesa del recupero tra Bologna e Milan.

«Vero, ma mi sembra comunque un’operazione estremamente difficile perché ci sono cinque squadre più attrezzate. Quello che noi dobbiamo fare adesso è cercare di battere il Parma per mettere l’ultimo tassello utile per la salvezza, e poi vedere chi riusciamo a prendere là davanti affrontando le successive undici partite con la voglia di migliorarsi e divertirsi, proprio come stiamo facendo».

L’obiettivo Europa quindi c’è, anche se non si dice?

«L’obiettivo prefissato non era l’Europa, ma arrivare al più presto ai 40 punti senza l’ansia e le difficoltà della scorsa stagione, e mi sembra che stiamo facendo un buon lavoro perché i trentasei punti li abbiamo presi in un certo modo, ponendo le basi dal punto di vista tattico per il futuro con un allenatore come Runjaic che già ci piaceva quando lo abbiamo scelto e che ora ci ha convinto ancora di più. Sarebbe facile fare i proclami, a parole, ma quello che possiamo fare è mettere la programmazione e l’organizzazione alla base di tutto perché possiamo competere solo con le nostre armi, con lo scouting che ci permette di anticipare la concorrenza nella selezione dei giocatori».

Per raggiungere gli obiettivi servono anche giocatori disciplinati. Lucca a Lecce ha sbagliato, al punto che anche Gino Pozzo è dovuto intervenire parlando al giocatore.

«È stato un episodio non bello e antipatico, ma poi gestito alla perfezione, in primis dal mister che ha dimostrato la sua rettitudine operando la sostituzione. Mi è piaciuto anche l’intervento di Bijol che nel dopo partita si è scusato con tutti i tifosi, anche con quelli del Lecce, senza scaricare Lucca, rimarcando che è uno del gruppo».

Tuttavia, il centravanti si è messo la squadra contro volendo calciare il rigore al posto di Thauvin...

«Tutto è nato da un malinteso perché Lucca era convinto che il rigore lo potesse tirare chi se lo sentiva. Detto questo, il ragazzo ha chiesto scusa a tutti, ha fatto un bellissimo post e, come deciso anche in società, pagherà un bel po’ di cene ai compagni, non una sola grigliata».

Con il Parma si avrà già la prima risposta di squadra al caso. Teme ripercussioni?

«No, anzi. Sono sicuro che il gruppo ne uscirà ancora più unito e forte, fin dalla partita di sabato col Parma. Assicuro che il caso è rientrato e che è stato già tutto chiarito in spogliatoio, dove i compagni lo hanno anche un po’ preso in giro. A volte da situazioni negative nascono opportunità positive».

Anche in proiezione mercato? Lucca è tra i bianconeri più corteggiati...

«Innanzitutto non vogliamo cederlo, anche se sappiamo che certe offerte fanno cambiare le prospettive degli stessi giocatori, e a quel punto diventa difficile trattenerli. Lucca ha sbagliato, e non lo invito a ripetersi, ma ha anche dimostrato personalità volendo calciare a tutti i costi il rigore, e uno così lo farei giocare in una finale di Champions».

Il discorso porta ad altri bianconeri che potrebbero partire in estate.

«Non c’è l’intenzione di smantellare questa squadra, anche perché non abbiamo necessità di vendere, come abbiamo già dimostrato a gennaio e a giugno scorso. Tuttavia, come detto, bisogna fare i conti con le proposte che potrebbero ricevere i giocatori. Qualcuno potrà partire, ma il vero problema sarebbe se noi non fossimo in grado di sostituirli».

Solet è un altro big appetito. Può rivelare come l'Udinese è riuscita a prenderlo?

«Siamo stati tempestivi e veloci nell’inserirci quando Solet stava andando al Konyaspor, in Turchia, ma già lo seguivamo a Salisburgo».

Invece l’argentino Valentin Gomez non è arrivato. Perché?

«Ci sono stati problemi col fondo che è intervenuto nell’operazione e dispiace perché i nostri accordi li avevamo presi e il ragazzo era molto contento di venire a Udine. Adesso Gomez torna al Velez e vedremo cosa succederà in futuro».

Nani, Runjaic ha svoltato e sdoganato il 4-4-2. Sarà il modulo del futuro?

«Il mister non ha mai avuto pressioni sulla scelta del modulo e mai ne avrà. Fatta la debita premessa, Runjaic ci aveva già conquistato, sennò non lo avremmo preso, e sta mantenendo le attese e aspettative. Le persone poi si conoscono a fondo quando ci si lavora a fianco e avendolo scoperto a 360 gradi siamo ancora più convinti».

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