Aborto. Negli ospedali obiezione di coscienza al 70%: "In pericolo la salute delle pazienti"

Quando si parla di aborto e abuso di obiezione di coscienza bisogna pensare a un mondo che, nel momento del bisogno, chiude alla donna le porte in faccia, tra anestesisti che non fanno le anestesie, attrezzisti di sala che non preparano i ferri per gli interventi abortivi e infermiere che non trasportano barelle.
In Italia tasso al 70%. In Italia, il tasso di obiezione di coscienza negli ospedali è arrivato a una media del 70% (in Francia 7%, in Inghilterra 10% e Svezia 0%), sfiorando anche punte del 93%, come in Molise, o del 91%, come nel Lazio, e i pochi medici non obiettori devono espletare anche le attività di anestesisti, attrezzisti e infermieri, togliendo tempo al lavoro vero e proprio.
Rischi per la salute delle pazienti. “Molti medici – spiega Silvana Agatone, presidente di Laiga, Libera Associazione Italiana Ginecologi per l'applicazione legge 194/78 - vanno via perché non ce la fanno più a lavorare in queste condizioni. L’obiezione di coscienza in Italia è abusata e crea disservizi e pericolo di vita per le pazienti, basti pensare al caso di Valentina Milluzzo, incinta di due gemelli e morta in ospedale. Le circostanze sono ancora da chiarire ma sappiamo che la ragazza era in setticemia: noi non possiamo dire che sia stata l’obiezione a provocarne la morte, ma se così fosse l’intero sistema andrebbe rivisto”.
I limiti all’obiezione. L’obiezione degli anestesisti, spiega Agatone, non ha motivo di esistere: "E’ una facoltà che riguarda attività legate in maniera indissolubile, in senso spaziale e cronologico e tecnico, all’intervento abortivo. Deve trattarsi cioè di un atto tipico della sola procedura abortiva e non comune ad altri interventi sanitari. Non è legittima l’obiezione per le condizioni preparatorie, di routine per molteplici interventi, non specificatamente e necessariamente dirette all’effettuazione di un aborto che è procedura successiva”. Ecco perché, precisa la dottoressa, è così importante parlare dei limiti all’obiezione, al fine di non permettere più che si verifichino disoneste forme di boicottaggio, volte a perpetuare il ben più remunerativo mercato degli aborti clandestini.
I casi finiti in tribunale. La Pretura di Ancona nel 1979 si era occupata di un caso di un cardiologo che, invocando obiezione di coscienza, si era rifiutato di eseguire un elettrocardiogramma che precedeva un'interruzione volontaria di gravidanza. Anche coloro che facevano parte dei laboratori analisi si erano rifiutati di fare le analisi per gli interventi.
Rilevante anche, nel 1983, il caso della pretura di Penne, che si era pronunciata condannando il rifiuto di alcune ostetriche obiettrici di preparare il campo sterile per la collocazione di una candeletta di laminaria nell'utero. Il giudice in quel caso aveva ritenuto che l’obiettore potesse rifiutare solo le attività legate in maniera indissolubile all’intervento abortivo, in senso spaziale e cronologico e tecnico all’intervento abortivo, così che con esse non fosse più data la possibilità di desistenza dalla volontà di abortire. La condanna emessa è stata di “reato di omissione di atti d’ufficio di cui all’art 328 c.p.”.
“Queste sentenze – conclude Agatone - sono intervenute per correggere quella che in molti ospedali si è tradotta in obiezione di struttura, là dove da obiettori si passa ad essere dei boicottatori della legge. Non ha alcun senso monitorare l’obiezione di coscienza del personale paramedico (ancora adesso molte infermiere rifiutano di portare la pillola abortiva sul tavolo di fronte alla paziente che la prenderà e deciderà di ingoiarla), e non ci stancheremo mai di dirlo”.
Per parlare di questa delicata questione Laiga ha organizzato per il 22 novembre, in collaborazione con Vita di donna e Cgil, una tavola rotonda dal titolo “Abuso di obiezione di coscienza: la salute delle donne in pericolo”. Nel centro congressi della Casa internazionale delle donne (via della Lungara 19), alle 15, il ginecologo austriaco Christian Fiala, ex presidente della Fiapac, International Federation of Professionall abortion and Contraception Associates, terrà una lectio magistralis presentando un quadro dell'obiezione di coscienza in Italia e in Europa.
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