Addio al partigiano Michele, si salvò dall’eccidio di Porzûs
CODROIPO. «Io ero un fazzoletto Tricolore». Lo diceva con orgoglio l’ex partigiano della Osoppo Michele Bertolini. Con quel senso di giustizia e di equità che da sempre caratterizzavano il suo animo. Si è spento a 96 anni - ne avrebbe compiuti 97 il 22 gennaio - nella sua casa nel capoluogo del Medio Friuli.
Classe 1920, era nato a Pozzecco di Codroipo. Viene arruolato in artiglieria di campagna e viene inviato in Francia, Albania, Grecia e Russia riuscendo a rientrare in Italia prima della disfatta per una grave forma di otite. Insieme al fratello Alfonso decide di entrare nella Resistenza, nella formazione Osoppo nel gruppo di Bolla (Francesco De Gregori, zio dell'omonimo cantautore).
Michele Bertolini viene ferito gravemente dai tedeschi nel rastrellamento del settembre del 1944 sulle montagne del Friuli Orientale. Lo salva il fratello Alfonso che lo ricovera a Savorgnano in una casa di contadini. Poi viene trasferito in ospedale civile a Udine, di nascosto, prima trasportato su un carretto a mano e poi sul ferro della bicicletta, dove lo attendono per operarlo. Una ferita che lo salva dall’eccidio di Porzus.
Una volta dimesso vive di nascosto per tre mesi tra due pareti del granaio della sua casa a Pozzecco «mentre in giardino c'erano i tedeschi» racconta il figlio Adriano, vicepresidente dell'Anpi provinciale.
«Per lui l'esperienza nella Resistenza - racconta - ha avuto un alto valore civico prima che politico. Non ha mai accettato la strumentalizzazione politica che è stata fatta su Porzus. Non amava le divisioni, lui che era iscritto all’Anpi non faceva alcuna distinzione. Per lui la Resistenza era una sola».
«Lo caratterizzava un profondo senso di giustizia e di equità - continua Adriano - un equilibrio e un rispetto che ha sempre dimostrato negli anni successivi anche nel lavoro».
Finita la guerra si sposa con Dina. Bertolini inizia subito a lavorare come fattore in diversi aziende agricole della Regione prima di trasferirsi definitivamente nell'azienda agricola della contessa Canciani - Florio a Varmo dove contribuisce al suo ammodernamento. Lascia la moglie Dina e i suoi quattro figli Maurizio, Francesco, Adriano e Michela.
I funerali saranno celebrati domani, alle 15, nel duomo di Codroipo. E sarà una città intera a ricordarlo.
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