Alfano: il Cie di Gradisca sarà anche centro accoglienza

Mentre impazzava la protesta, dalla Sicilia sono arrivati altri 44 immigrati che, però, sono già spariti
Bumbaca Gorizia 12.08.2013 Gradisca rivolta al CIE Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.08.2013 Gradisca rivolta al CIE Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA. Dopo i gas lacrimogeni, le proteste sul tetto. Non si allentano le tensioni al Cie di Gradisca, teatro da giorni di scontri tra forze dell’ordine e ospiti. Ospiti che appunto, dopo le scintille con gli agenti di polizia scoppiate in occasione della chiusura del Ramadan, hanno scelto di gridare ai quattro venti la loro insofferenza.

E l’hanno fatto salendo sui tetti, per denunciare le condizioni inumane e i tempi infiniti di trattenimento, arrivati a 18 mesi con provvedimento dell'allora titolare del Viminale Roberto Maroni. «Siamo trattati come scimmie - hanno urlato gli ospiti, in massima parte di etnia maghrebina -. Rivogliamo la libertà».

Gli immigrati per tutta la mattina sono stati guardati a vista dagli uomini della Questura di Gorizia, della Mobile di Padova e dai militari del Genova Cavalleria. E solo nel primo pomeriggio, dopo la mediazione dei funzionari della Prefettura, la trentina di ospiti asserragliati sui tetti ha accettato di scendere e rientrare nelle camerate. Nel frattempo nelle stesse ore si evolveva anche la situazione relativa ai 44 immigrati eritrea che, da Lampedusa, sono stati condotti a Gradisca per l'identificazione. Una novità non da poco, perchè con decreto del ministro dell'Interno Alfano la struttura isontina è stata destinata, oltre che a Cie e Cara (centro per richiedenti asilo) anche a Centro di accoglienza, vista l'emergenza sulle coste siciliane.

Un ampliamento di funzioni già vissuto in passato. Il gruppo di eritrei - fra loro anche una donna incinta - ha rifiutato di scendere dal pullman per le procedure di identificazione. Dopo lunghe trattative con la Questura è stato chiesto loro solamente di dichiarare le proprie generalità mentre gli era fornito un foglio di libera entrata e uscita dall'ex Polonio. Risultato: nessuno di loro è rientrato in caserma. Sono spariti.

E ieri, per la prima volta, è intervenuta con decisione anche Debora Serracchiani. «Quanto accaduto a Gradisca impone una riflessione in sede nazionale sul futuro dei centri di raccolta per immigrati. Luoghi - ha affermato la governatrice, annunciando per oggi l’incontro tra l’assessore all’Immigrazione Gianni Torrenti con il prefetto di Gorizia - in cui le condizioni di vita sono terribili e di cui bisogna assolutamente fare a meno». (l.m.)

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