Alfano: il Cie di Gradisca sarà anche centro accoglienza
GRADISCA. Dopo i gas lacrimogeni, le proteste sul tetto. Non si allentano le tensioni al Cie di Gradisca, teatro da giorni di scontri tra forze dell’ordine e ospiti. Ospiti che appunto, dopo le scintille con gli agenti di polizia scoppiate in occasione della chiusura del Ramadan, hanno scelto di gridare ai quattro venti la loro insofferenza.
E l’hanno fatto salendo sui tetti, per denunciare le condizioni inumane e i tempi infiniti di trattenimento, arrivati a 18 mesi con provvedimento dell'allora titolare del Viminale Roberto Maroni. «Siamo trattati come scimmie - hanno urlato gli ospiti, in massima parte di etnia maghrebina -. Rivogliamo la libertà».
Gli immigrati per tutta la mattina sono stati guardati a vista dagli uomini della Questura di Gorizia, della Mobile di Padova e dai militari del Genova Cavalleria. E solo nel primo pomeriggio, dopo la mediazione dei funzionari della Prefettura, la trentina di ospiti asserragliati sui tetti ha accettato di scendere e rientrare nelle camerate. Nel frattempo nelle stesse ore si evolveva anche la situazione relativa ai 44 immigrati eritrea che, da Lampedusa, sono stati condotti a Gradisca per l'identificazione. Una novità non da poco, perchè con decreto del ministro dell'Interno Alfano la struttura isontina è stata destinata, oltre che a Cie e Cara (centro per richiedenti asilo) anche a Centro di accoglienza, vista l'emergenza sulle coste siciliane.
Un ampliamento di funzioni già vissuto in passato. Il gruppo di eritrei - fra loro anche una donna incinta - ha rifiutato di scendere dal pullman per le procedure di identificazione. Dopo lunghe trattative con la Questura è stato chiesto loro solamente di dichiarare le proprie generalità mentre gli era fornito un foglio di libera entrata e uscita dall'ex Polonio. Risultato: nessuno di loro è rientrato in caserma. Sono spariti.
E ieri, per la prima volta, è intervenuta con decisione anche Debora Serracchiani. «Quanto accaduto a Gradisca impone una riflessione in sede nazionale sul futuro dei centri di raccolta per immigrati. Luoghi - ha affermato la governatrice, annunciando per oggi l’incontro tra l’assessore all’Immigrazione Gianni Torrenti con il prefetto di Gorizia - in cui le condizioni di vita sono terribili e di cui bisogna assolutamente fare a meno». (l.m.)
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