Anpi divisa: no di Ruffino, ma c’è chi è possibilista

Torviscosa 5 Giugno 2015. paese e sindaco © Foto Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Torviscosa 5 Giugno 2015. paese e sindaco © Foto Petrussi Foto Press - Massimo Turco

TORVISCOSA. Pareri discordi tra l’Anpi Fvg e l’Anpi provinciale di Udine sulla vicenda della toponomastica fascista. Se per Elvio Ruffino, presidente dell’Associazione nazionale partigiani del Friuli Venezia Giulia, si deve «bloccare ogni progetto di recupero della toponomastica di epoca fascista», per il presidente dell’Anpi provinciale di Udine, Dino Spanghero, questo non è un problema, in quanto «non possiamo dimenticare la storia, ma queste aggiunte toponomastiche non hanno nulla di revanescente».

Elvio Ruffino, presidente dell’Anpi Fvg, apprendendo dalla stampa che l’amministrazione comunale torviscosina sottoporrà all’attenzione dei cittadini il progetto di odonomastica storica delle vie e piazze della città, sottolinea che «recuperare la città di fondazione urbanisticamente e architettonicamente? Va benissimo, ma non va bene il recupero della toponomastica fascista. Non facciamo di Torviscosa una città che ricorda il passato totalitaristico. Lancio un appello agli amministratori: lasciate cadere questo progetto che non ha senso».

«Sono d’accordo – evidenzia Ruffino – che non si può dimenticare la storia e per questo dico che il recupero urbanistico e architettonico mi trova d’accordo, ma evidenziare il passato di totalitarismo e autarchico non va bene. Non capisco se questi amministratori sono nostalgici o sprovveduti nel fare di Torviscosa una città fascista: cosa può portare questo? Non ne capisco il senso. L’idea può essere sembrata grande a qualcuno, ma cerchiamo di non recuperare questa parte di storia e recuperiamo l’urbanistica senza recuperare il fascismo: credo sia la cosa più giusta da fare. Per questo lancio un appello agli amministratori – conclude Ruffino – affinché facciano un passo indietro nei loro propositi lasciando cadere la cosa».

Più possibilista sicuramente è Dino Spanghero, che chiamato in causa da diversi iscritti dell’Associazione nazionale partigiani della Bassa friulana, e dai loro presidenti prende una posizione “morbida” dopo «aver sentito l’assessore Settimo Mareno: ritengo che la situazione sia più semplice di quella ipotizzata in quanto si tratta solo di aggiungere alla segnaletica attuale la segnaletica storica (cartelli marrone o gialli). Va detto – sottolinea – che noi non possiamo chiudere gli occhi davanti a quello che è stato il passato di questa città: non possiamo chiudere gli occhi davanti ai venti anni di fascismo che c’è stato. Non possiamo negare questo periodo che è parte della nostra storia di cui noi abbiamo combattuto le nefandezze. Non si può essere contro la verità storica. Sono d’accordo sull’indignazione solo se questa significa ripristinare le vecchie azioni fasciste, ma questo non è decisamente il caso. All’assemblea di martedì ognuno potrà dire quello che pensa e dare una propria idea: cercherò di essere presente. Comunque ribadisco: non si tratta di un’azione di carattere revanescente».

Intanto però nella Bassa friulana gli animi sono caldi, anche perché nessuno si aspettava una proposta simile da parte dell’amministrazione comunale torviscosina, in un momento in cui sembrava essersi sopita la feroce polemica sorta sulla Marcia del Don, tra i comitati antifascisti regionali e del territorio e gli organizzatori.

Tra questi c’è già qualcuno che pensa di portare la gente in piazza per manifestare contro il progetto di “doppia” toponomastica, e sono diverse le associazioni Anpi della Bassa friulana che potrebbero aderire a questa manifestazione. Intanto l’assemblea di martedì si annuncia affollatissima e sicuramente accesa, e diversi aderenti ai comitati antifascisti hanno annunciato la loro presenza.(f.a.)

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