Bimba nell’asciugatrice: arrestata anche la madre
La 28enne di origine colombiana è accusata di corruzione in atti giudiziari. Avrebbe fatto pressione sull’ex convivente per ottenere una sua ritrattazione.

UDINE. È finita in carcere anche la madre 28enne della bambina di tre anni che, a marzo, era rimasta ustionata dopo che un dominicano 24enne - ex convivente della stessa donna - l’aveva messa nell’asciugatrice. Un gesto che il giovane aveva spiegato agli investigatori di avere compiuto, perchè esasperato di fronte ai capricci della piccola. Giovedì sera gli uomini della Squadra mobile, che hanno lavorato sotto il coordinamento del sostituto procuratore Marco Panzeri, le hanno notificato la misura di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari Paolo Lauteri, un documento nel quale si ipotizza il reato di corruzione in atti giudiziari. In sintesi alla giovane, che è di origine colombiana e abita in città, viene contestato il fatto di aver cercato di far pressione sull’uomo, inducendolo a ritrattare quanto aveva dichiarato all’autorità giudiziaria. Per ottenere tale risultato la donna avrebbe offerto denaro al dominicano. Una circostanza, questa, smentita dal difensore della straniera.
L’ex convivente della colombiana (arrestato con l’accusa di lesioni personali aggravate poche ore dopo la scoperta delle ustioni sul corpo della piccola), nel ricostruire la vita familiare, aveva inizialmente gettato ombre sul comportamento della ragazza nei confronti della figlia. Erano stati quindi disposti accertamenti per chiarire se davvero, in passato, la ventottenne si fosse resa responsabile di maltrattamenti. Le verifiche compiute dagli investigatori non hanno consentito di trovare alcun riscontro a tale indicazioni. E anche la testimonianza della piccola (ascoltata pochi giorni fa dal giudice Lauteri) non ha fatto emergere, come precisa il legale della madre, alcun episodio di maltrattamento. Anzi, riferisce l’avvocato, «la bambina avrebbe spiegato al giudice che la cosa più brutta che la madre le aveva fatto era stato di portarle via un trenino».
Ma facciamo un passo indietro, per capire come si è arrivati all’arresto della madre. Il dominicano, dopo avere trascorso un periodo in carcere, era stato posto ai domiciliari da parte del Tribunale del Riesame. Dopo alcuni controlli gli investigatori hanno però rilevato che lo straniero non solo aveva violato ripetutamente gli obblighi legati alla misura cautelare, ma anche che, in più occasioni, aveva ospitato l’ex convivente. Nel corso della stessa indagine, come precisa la questura in un comunicato, è emerso «che la donna faceva pressione sull’uomo per fargli modificare la sua versione dei fatti. Ciò al fine di sgravarla dalle sue responsabilità in relazione al procedimento penale aperto per maltrattamenti nei confronti della figlia».
La perquisizione dell’appartamento del dominicano (lui si trovava ai domiciliari), lo scorso 18 maggio, ha permesso alla polizia di trovare «riscontri riguardanti le violazioni commesse». Sono stati sequestrati alcuni cellulari usati dall’uomo, un passaporto e una somma in contanti. Denaro che sarebbe stato consegnato dalla donna la sera prima del giorno in cui l’uomo è stato chiamato a testimoniare in tribunale. A seguito dell’attività svolta, il dominicano è stato condotto di nuovo in cella. E, a distanza di un mese, anche l’ex compagna è stata raggiunta dal provvedimento di carcerazione. Nei prossimi giorni, in occasione dell’interrogatorio di garanzia, la donna potrà spiegare le sue ragioni di fronte al Gip.
La piccola attualmente si trova in una struttura di accoglienza dove, fino a tre giorni fa, la madre andava regolarmente a farle visita tre volte alla settimana, sempre in presenza di assistenti sociali.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto