Bullismo, addio Centro storico: la dodicenne cambierà scuola

Pordenone. Dopo il tentato suicidio la ragazzina concluderà l’anno seguendo le lezioni a domicilio. Due le inchieste aperte. Intanto continuano le iniziative per prevenire il disagio in aula

PORDENONE. Scuola Centro storico addio: la dodicenne della seconda B vittima dei bulli e che si è gettata dalla finestra di casa, in un mattino dello scorso gennaio, non tornerà nell’aula che frequentava. A settembre cambierà addirittura istituto.

«Mai più in quella classe – hanno riferito un paio di insegnanti e le famiglie del Coordinamento dei genitori democratici –. La ragazza potrà seguire le lezioni a domicilio per non perdere l’anno scolastico». Ma la Centro storico vuole dimostrare di non essere una scuola di bulli.

«Le iscrizioni per il 2016-2017 hanno confermato la fiducia nel corpo docente – ha verificato i numeri il sindacalista della Flc Cgil Mario Bellomo –. In via Gozzi ci sono 70 matricole: confermano l’organico». Due le inchieste aperte: quella interna del ministero dell’Istruzione e quella esterna, giudiziaria.

I timori. Obiettivo dichiarato in via Gozzi scrollarsi di dosso il marchio di scuola dei “piccoli mostri”, cioè dei bulli. “Prevenire il disagio bullismo: interventi degli esperti Menesini, Capaldo, Fedeli e linee di orientamento del ministero dell’Istruzione per tutelarsi nell’era dei social network” è il dossier che è stato inserito sulla pagina web dell’istituto comprensivo Pordenone centro: la lotta contro bullismo e cyberbullismo nelle aule e nei corridoi in via Gozzi va avanti.

Sono stati assunti a progetto un paio di psicologi: il resto è blindato dal massimo riserbo. «I rapporti interni sono molto tesi per l’organizzazione scolastica – hanno valutato i sindacalisti –. I problemi vanno comunque affrontati: i docenti hanno buone relazioni con le famiglie».

I casi. La dodicenne della seconda B si è salvata dopo il volo dalla finestra di un condominio: il tentato suicidio ha svelato quello che è il problema aperto in molte scuole provinciali. Nella Centro storico tre bulli davano fastidio alle compagne di scuola, anche sul cellulare e in chat.

L’adolescente fragile è caduta nella spirale dei ricatti psicologici. Ha scritto una lettera ai compagni bulli prima di tentare il suicidio: «Ora sarete contenti». E ancora: «Voglio farla finita, non ce la faccio più».

Con l’autostima azzerata da mesi di violenze verbali, l’adolescente ha lasciato un segno forte nelle scuole, non soltanto in città. «Ci interroghiamo sul malessere e sulle relazioni dei nostri ragazzi ogni giorno – la dirigente Maria Vita Leonardi nell’istituto comprensivo a Fontanafredda lo ha dichiarato dopo l’episodio di Pordenone –. Si tratta di creare alleanze educative». Incontri, corsi e confronto.

«Sull’uso dei social network da parte degli adolescenti proporremo ai genitori un corso in calendario per venerdì – ha detto Leonardi –. L’avvocato Graziella Cantiello e Roberto Collovati spiegheranno le insidie del web».

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