Eccidio di Porzus, duplice omaggio al Bosco Romagno

Cerimonia per i 13 osovani trucidati nel ’45. Consegnati riconoscimenti a 37 superstiti

CIVIDALE. Commemorazione e commozione, ancora una volta, ma entrambe più intense che mai.

Perché al consueto omaggio ai tredici partigiani osovani prelevati alle malghe di Porzus, nel febbraio del ’45, e poi trucidati alle porte della città ducale, nell’oasi verde del Bosco Romagno, si è accostata – evento senza precedenti – la consegna a 37 superstiti di una "Medaglia della Liberazione" appositamente coniata dal governo.

Nel 70esimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale, così, il tradizionale incontro dei fazzoletti verdi della Osoppo Friuli s’è caricato di particolare solennità: non casuale la presenza di ogni ordine istituzionale dal Comune di Cividale (e da quelli limitrofi, Udine incluso: anche il sindaco Furio Honsell ha voluto recare un indirizzo di saluto) alla Provincia, rappresentata dal vicepresidente Mattiussi, alla Regione, con il vicepresidente del consiglio Fvg Cargnelutti, allo Stato: oltre al parlamentare Gianluigi Gigli, c’era il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi.

A lui, insieme al prefetto di Udine, Provvidenza Delfina Raimondo, è spettato il compito di conferire i riconoscimenti a una lunga lista di “Partigiani combattenti” o “Patrioti”: vi rientrano, per citare appena tre esempi, il presidente dell’Associazione partigiani Osoppo, Cesare Marzona (nome di battaglia Piero II), la medaglia d’oro al valor militare Paola Del Din (Renata) e l’ex ministro Mario Toros (Abba), nomi noti in un elenco che meriterebbe, peraltro, espressione completa, perché incarnazione di una storia che fa rima con la voce libertà.

Concetto, questo, affiorato in tutti gli interventi delle autorità, che hanno posto l'accento sulla grande eredità lasciataci dai martiri del Bosco Romagno.

Ma c'è stato durante la cerimonia (apertasi con un momento di preghiera affidato a don Gianni Arduini) anche lo spazio per un richiamo all’attualità e in chiave strettamente locale: ricordando come fra gli osovani caduti vi fossero «pure ufficiali degli alpini», il sindaco Stefano Balloch ha colto l’occasione per perorare la causa dell’8° Reggimento, destinato a lasciare la caserma cividalese Francescatto.

Al sottosegretario Rossi il primo cittadino ha consegnato una lettera in cui si evidenzia lo storico, saldo legame fra Cividale e le penne nere e si sollecita il governo a fare tutto il possibile perché il trasferimento prospettato non si concretizzi.

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