Gradisca: strade allagate, protestano i residenti
GRADISCA. Allagamenti in via Bidischini, i gradiscani dicono “basta”. Le precipitazioni pasquali hanno messo a nudo una volta di più alcune criticità che i cittadini non sembrano più essere disposti a tollerare. Sono tantissimi coloro che si sono rivolti al nostro giornale per segnalare le situazioni di disagio in città. La più evidente e pericolosa delle quali riguarda via Bidischini, dove alla prima pioggia più violenta del normale l’acqua si accumula sino a formare un vero e proprio lago che invade la carreggiata.
Si tratta, peraltro, di una strada trafficata, che conduce a due zone residenziali piuttosto ampie (via Mosetti e via Colombo), che conduce alla frequentata provinciale 4 ed è a maggior ragione utilizzata oggigiorno, dato che costituisce l’unica via d’accesso al cimitero comunale stante la contemporanea chiusura di via dei Campi.
Ma di acquitrini a Gradisca ve ne sono a iosa. Proteste in piazza Unità d’Italia, dove la Spianata diventa spesso e volentieri una risaia con buona pace degli operatori del mercato che pure pagano una Tosap piuttosto consistente per poter esecitare la propria attività in uno dei “salotti” della Fortezza. Non parliamo poi della “zona bassa: via Aquileia, via Zucchelli, via Dal Ben e le arterie limitrofe confidano nel definitivo completamento del nuovo by-pass fognario, non ancora a pieno regime, per vedere risolto il problema degli allagamenti di strade e scantinati.
Ma a esso va affiancata la pulizia delle caditoie. Via Galilei, borgo Santa Maria Maddalena e via Lungo Isonzo con il loro manto-groviera si trasformano con la pioggia in vere e proprie zone a rischio. Il by-pass è un’importante opera da 2,3 milioni di euro, resa possibile dall’Aato (l’ormai ex Autorità d’ambito territoriale ottimale), progettata da Ati Cappella & c. di Gorizia e affidata mediante appalto da Irisacqua alle ditte Adriastrade di Monfalcone e Presotto impianti di Pordenone.
Un intervento, lo ricordiamo, che è servito a potenziare il collettore fognario di viale Trieste, del diametro di 1.600 millimetri. L’impianto parte da via Dal Ben, attraversa viale Trieste e prosegue lungo via Zorutti, via De Comelli e arriverà in via Lungo Isonzo, all’altezza dell’ex cava Tacchino, dove verrà realizzata una stazione di sollevamento con idoneo impianto idrovoro per scaricare nell’Isonzo le acque piovane in eccesso. Proprio la realizzazione di questa stazione di sollevamento è il tassello mancante.
La sua realizzazione è inserita nell’ambito della lottizzazione dell’ex cava Tacchino, quindi servono le varianti urbanistiche del caso: sono due, e una di queste era al vaglio della Regione. Quando l’iter burocratico sarà completato, si potrà procedere. Fra le concause degli allagamenti nella parte bassa di Gradisca c’è poi la pessima situazione dei tombini, che per stessa ammissione della Protezione civile necessitano di una robusta pulizia.
L’intervento da 12 mila euro previsto per quest’anno è un progetto fermo sulla scrivania. Il Comune di Gradisca quest’anno non era riuscito a conferire l’incarico a Irisacqua a causa delle problematiche che hanno coinvolto l’ufficio Servizi finanziari. Dal 2009 l’iter prevede che l’incarico venga affidato a Irisacqua con una spesa di 20 euro a pozzetto. Sull’intero territorio i pozzetti sono in tutto 2.125 e servirebbero 42.500 euro per pulirli regolarmente. Palazzo Torriani aveva deciso di agire per settori. Ma in tempi di crisi e con bilanci bloccati dal Patto di stabilità, anche la pulizia di tombini e caditoie diventa un lusso. E i cittadini, giustamente, non ci stanno.
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