Il Livenza una pattumiera e pulire i fondali costa troppo
SACILE. Alghe, terra nell’alveo ed erbacce affioranti nel braccio della Pietà. Sos fiume a Sacile. Ieri Gianfranco Cutrone ha scoperto e “taggato” sui social-media web una bombola di gas per barca (o auto?) abbandonata sulle rive nell’Ortazza. La mini-discarica infossata dalla vegetazione, mostra il lato oscuro del senso civico: quello da esorcizzare.
Le piene hanno trascinato il terriccio nel letto del fiume, la stagione secca estiva ha aumentato le alghe e ci sono i muri dei palazzi “alla veneziana” che affacciano tra i ponti della Vittoria e Pietà, assediati dalle erbacce. Wwf, Bosco urbano, i naturalisti liventini e i sacilesi che hanno a cuore l’habitat, prendono la mira per difendere l’asse fluviale.
Bollino nero sui rifiuti abbandonati lungo le rive, con rami secchi, foglie, liquami e contenitori di plastica: «La corrente non ce la fa a trascinare i rifiuti, ogni mese ci risiamo con una situazione a rischio». L’attrazione turistica è una carta da giocare, per la città sostenibile, ma quando?
La battaglia di Bosco urbano, Wwf, Legambiente è contro la cementificazione e gli scarichi selvaggi nel fiume. «La salute del Livenza reclama in città un nuovo depuratore e delle politiche fognarie che superino l’assetto misto: è inadeguato» sostengono gli ambientalisti del gruppo No-rotonda e no-sprechi. Un disguido burocratico aveva bloccato un intervento la scorsa estate.
Dieci mesi per rispondere alla segnalazione sul degrado del Livenza: partita nell’estate 2012 è stata aperta lo scorso maggio in municipio. La segnalazione era stata firmata da Gigi Zoccolan. «Il fiume è stato pulito dai volontari della protezione civile mobilitati sotto la canicola – ricostruisce l’Associazione per il rinnovamento della sinistra a Sacile – Nell’agosto dello scorso anno la situazione di degrado era preoccupante». I fatti tornano a galla.
«Il Comune ha risposto nel maggio scorso a causa di un disguido – ha risposto il prefetto Pierfrancesco Galante – Ha precisato che la manutenzione ordinaria del demanio fluviale non è a carico del Comune. Ma attraverso la collaborazione con il gruppo di volontari della protezione civile, provvede alla pulizia dell’alveo».
L’estate 2013 ripropone d’attualità il problema della pulizia dei fondali. «Non viene fatta dagli anni Settanta – è la banca dati storica del Comune – Avrebbe costi altissimi: 160 euro per togliere un metro cubo di fango». Per pulire il canale della Pietà serve un milione di euro. La Regione e la Provincia hanno le casse che virano al rosso. Il Comune non ha competenze.
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