Il mistero di Rosazzo, il sindaco: ecco le carte con i nomi dei morti
PREMARIACCO. È il 26 febbraio 1946. In località Rocca Bernarda nel comune di Premariacco si procede alla riesumazione e identificazione di un cadavere. Sono presenti le autorità comunali e l’ufficiale sanitario con l’intervento di due testimoni.
In una fossa, nel punto indicato da una persona, alla profondità di 1 metro e 70 centimetri, viene rinvenuto un cadavere in avanzata putrefazione. I testimoni lo riconoscono: è un ventenne ucciso il 20 settembre 1944.
Il cadavere viene poi chiuso in una cassa di legno e trasportato nel cimitero di Ipplis per avere degna sepoltura. Questa volta non si tratta di un racconto dell’epoca, nè di una testimonianza raccolta 70 anni dopo, ma di un documento del comune di Premariacco protocollato il 20 agosto 1946.
Sull’incartamento c’è la firma del segretario comunale, ma soprattutto del sindaco Dante Donato, lo stesso chiamato in causa dall’informativa della Farnesina il 30 ottobre 1945, quella che parla della fossa comune di Rosazzo «dove dovrebbero essere sepolti da 200 a 800 cadaveri».
«Per avere chiarimenti e indicazioni necessarie per la identificazione – cita l’incartamento del Ministero degli Esteri portato alla luce dalla Lega Nazionale – occorre interrogare un certo Dante Donato ex comandante Osovano da Premariacco».
Il documento della sepoltura di Rocca Bernarda è giunto nelle mani del sindaco, Mauro Trentin, alcuni giorni fa, da un cittadino che era entrato in possesso in quanto riguardava uno dei suoi familiari.
Ma non è l’unica carta che attesta sepolture in una fossa a Rocca Bernarda, dove in questi giorni si sono spinte le ricerche. Ce ne sono altre 16 accertate e sigillate all’anagrafe del Comune in un volume dove vengono registrati i certificati di morte.
Sono tutti stati dichiarati morti a Rocca Bernarda nel 1946. Hanno un nome e un cognome, la gran parte sono ventenni, e sono originari di Remanzacco, Cividale, Romans d’Isonzo, ma anche Lecce e Mantova. I certificati sono stati trascritti dall’ufficiale d’anagrafe e dal pretore.
Tra questi c’è anche il nome di Bice Guerrini Zamparo più volte evocata nelle testimonianze di alcune persone che vivono nella zona. Vi è poi un’altra persona che, stando al documento rinvenuto, sarebbe stata uccisa da un partigiano poi arrestato.
È stato lo stesso sindaco Trentin che, dopo aver ricevuto il documento n.19 (che riportiamo nella pagina), ha avviato la ricerca negli archivi dell’anagrafe scoprendo le altre sedici sepolture nell’area di Rocca Bernarda. Trovandosi davanti a questo «fatto per me – dice – inedito, ho pensato di informare i carabinieri».
Ieri mattina in municipio si sono presentati i militari di Premariacco, Cividale e Palmanova, per acquisire le carte che certificherebbero che qualcuno a Rocca Bernarda fu effettivamente sepolto.
Nei prossimi giorni i carabinieri torneranno in municipio per prelevare ulteriori faldoni e copie di riesumazioni utili all’inchiesta condotta dalla Procura di Udine.
A insospettire il sindaco è stato il fatto che, mentre negli altri documenti dell’anagrafe di quell’anno si cita luogo e data della morte, e addirittura ora e minuti, in quelli di Rocca Bernarda tutto resta nel vago e si attesta il decesso all’anno 1944. Si aggiunge così un ulteriore capitolo alla vicenda della fossa comune di Rosazzo, che da oltre un mese ha scatenato anche numerose polemiche.
I carabinieri di Palmanova, che svolgono l’indagine, hanno finora raccolto almeno una decine di testimonianze di persone che si sarebbero fatte raccontare i presunti eccidi nella zona del Collio a cavallo delle province di Udine e Gorizia.
Ora il nuovo documento contenuto nei registri di Premariacco potrebbe aprire nuovi sviluppi.
Senza contare che ulteriori colpi di scena potrebbero arrivare il 24 marzo, quando è in programma un convegno da parte della Lega nazionale. «Forniremo altri documenti – anticipa il presidente Luca Urizio – in nostro possesso e tenuti fino a ora segreti».
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