In un giorno sono caduti 80 mm di pioggia FOTO 1 - 2
Più di 80 millimetri di pioggia in poche ore si sono abbattuti su Udine e in maniera uniforme su tutta la provincia, dalla Bassa al Cividalese, dalla Pedemontana alla Collinare. In montagna, da Tolmezzo, nelle valli e nel Tarvisiano, sono caduti oltre 60 centimetri di neve fresca, portando così il manto a una consistenza da record. Nonostante le abbondanti precipitazioni non sono stati segnalati, al momento, danni particolari. In città qualche allagamento in alcune strade periferiche (via dei Tre Galli, in zona viale Palmanova), ma nessun intervento particolare segnalato dai vigili del fuoco. Campi allagati nel Codroipese e nella Bassa, così come qualche scantinato. Ma l’emergenza finisce appunto qui.
Marzo, acqua a catinelle. In Friuli è un mese, quello che stiamo vivendo, decisamente piovoso. Secondo i dati in possesso dei previsori dell’Osmer Arpa, fino a domenica 17 a Udine erano già caduti circa 100 millimetri di pioggia. Ieri, lunedì 18, se ne sono aggiunti altri 80, portando il totale a circa 180 millimetri. E se consideriamo che la media di precipitazioni per il mese di marzo negli ultimi vent’anni è di 90 millimetri, capiamo subito che siamo di fronte a precipitazioni doppie rispetto al normale. E siamo di poco oltre la metà di marzo. «Colpisce l’estremo cambio di rotta del clima che si può avere da un anno all’altro - spiegano gli esperti dell’Osmer -. Nel 2012 in tutto marzo caddero infatti appena 7 millimetri di acqua dopo un inverno freddo e siccitoso. Adesso siamo di fronte all’esatto contrario: marzo con piovosità copiosa dopo un inverno molto umido. Il record di pioggia, sempre negli ultimi vent’anni, appartiene al 2001 con 261 millimetri, ma probabilmente quest’anno potremmo superarlo. Negli anni Settanta comunque le nevicatone in montagna attorno al 20 marzo erano abbastanza frequenti, così come una piovosità accentuata in pianura».
La primavera può attendere. Brutte notizie per chi pregusta gite fuori porta, mandorli in fiore e qualche tiepido raggio di sole in più. La bella stagione non arriverà presto. Le perturbazioni atlantiche scorrono una dietro l’altra (quest’ultima arriva addirittura dalla Groenlandia) e continueranno a investire in pieno la nostra regione. Oggi è prevista una schiarita, con tempo variabile e qualche possibile, residuo, rovescio sparso. Ma già da domani sera, secondo l’Osmer, torneranno deboli piogge, che ci accompagneranno fino alla mattinata di giovedì. Da allora un’altra tendenza al miglioramento, che dovrebbe consolidarsi venerdì e sabato. L’Osmer non va oltre con le previsioni, ma alcuni modelli matematici che studiano l’evoluzione meteo nel lungo periodo, sostengono che avremo tempo estremamente variabile e tendenzialmente piovoso fino a ridosso di Pasqua, cioè fino al 31 marzo. La conferma che siamo ancora in un clima invernale viene dalle temperature. Ieri a Udine la massima è stata di 7 gradi, 3 gradi sotto la media del periodo. «Non verrà il caldo - ammettono ancora i previsori Osmer -. Le temperature resteranno un po’ sotto le medie, sia in questi giorni, sia la prossima settimana. La vera primavera non è all’orizzonte».
Agricoltura, stagione in ritardo. Nei campi è allarme primizie: piogge e nevicate fanno slittare le semine. Gli allagamenti provocati dalla prolungata perturbazione di questi giorni hanno interrotto i lavori in campagna in tutto il Friuli, impedendo le operazioni di aratura e fresatura. A rischio anche gli ortaggi primaverili e gli alberi da frutto, in fase di prefioritura. Campi allagati, terreni in asfissia, primizie a rischio e semine slittate in avanti: questo il “bollettino” dell’ondata di freddo, con neve e piogge persistenti, che da giorni imperversa. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori. «I danni maggiori - spiega la Cia - si riscontrano sui terreni argillosi, che trattengono l’acqua in superficie. Qui le piogge violente degli ultimi giorni hanno provocato allagamenti estesi, che impediscono tutti quei lavori in campo che preparano le semine delle colture estive: dall’aratura alla fresatura del suolo. Con la conseguenza in molti casi di uno slittamento in avanti delle operazioni di semina degli ortaggi estivi. Ma ora si teme soprattutto per le primizie primaverili, come fragole, carciofi, asparagi e fave, tutte colture in uno stadio avanzato di crescita che è anche il più delicato. In questo momento una gelata può danneggiarle irrimediabilmente. Al Nord, dove la perturbazione “vichinga” ha fatto tornare l’inverno con neve e gelo, l’allarme è anche per gli alberi da frutto, attualmente in fase di prefioritura. Il pericolo in questo caso è il blocco della ripresa vegetativa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGGI SUL SITO
E COMMENTA
www.messaggeroveneto.it
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto