Morti del Vajont, ossa trovate nel Piave

ERTOE CASSO. La mandibola rinvenuta sul greto del Piave apparteneva ad una delle vittime del Vajont. Manca ancora l'ufficialità, ma fonti accreditate lo confermano.
I resti erano stati rinvenuti da un volontario di un’associazione che si occupa di ricerca storica, ed era stata consegnata ai carabinieri che l’avevano successivamente mandata all'istituto di medicina legale per risalire alla datazione. Le ipotesi fatte subito dopo il ritrovamento erano due: i resti potevano appartenere ad un soldato caduto nella prima guerra mondiale sul fronte del Piave, oppure ad una vittima del Vajont, trascinata dalle acque del fiume dopo che l'onda assassina aveva spazzato via Longarone.
Tra le vittime anche 31 persone, tra bambini e adulti, trasferitesi per lavoro a Longarone da Caerano e Montebelluna. Vicenda emblematica quella della famiglia Bortolazzo, otto componenti, l'unico corpo ritrovato era stato quello di Francesca Tonellato, la suocera 70enne di Olindo Bortolazzo. Ora, dopo 50 anni, è venuta alla luce quella mandibola, segno testimoniale di una delle vittime.
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