Sesso fin dai 14 anni ma nessuno conosce rischi e malattie

Fanno sesso in modo disinibito sin dai 14 anni, ma dei rischi di salute che corrono non sanno niente, o quasi. A parte l’Aids, che conoscono in maniera piuttosto approssimativa, i ragazzi conoscono poco o nulla delle altre malattie sessualmente trasmissibili, tanto che alcuni di loro pensano che il contagio avvenga attraverso la saliva e il sudore.
Non solo, fra le malattie che si trasmettono facendo sesso collocano anche il diabete, il vaiolo, la scabbia, la cistite e perfino la zika.
Nonostante i “millennials”, ovvero i ragazzi nati a ridosso del nuovo millennio, rappresentino la più grande generazione interconnessa che il mondo abbia visto, e nonostante abbiano tutte le informazioni a portata di mouse, sembrano essere meno informati di quanto lo erano i loro genitori, più di una ventina di anni fa, almeno sul fronte della prevenzione.
A mettere tutto nero su bianco è stato un progetto avviato in collaborazione fra Dipartimento di prevenzione, Scuole, Comune di Udine attraverso Città sane e Clinica Malattie infettive dell’ospedale di Udine, diretta dal dottor Matteo Bassetti, su oltre un migliaio di studenti di Sello, Copernico, Percoto e Malignani.
Oltre un migliaio di studenti sono stati sottoposti a un test per valutare le loro competenze sulle malattie sessualmente trasmissibili e sul rischio di contrarle.
«Abbiamo proposto il questionario ai ragazzi di 16 e 17 anni prima di tenere un corso di informazione in classe – è la premessa del dottor Bassetti – quindi abbiano valutato a posteriori le conoscenze acquisite. Ciò che è emerso è sorprendente: non solo conoscono pochissimo le malattie sessualmente trasmissibili e le confondono con patologie di tutt’altra origine, ma sono piuttosto confusi sulle modalità di trasmissione».
Complessivamente sono stati distribuiti oltre duemila questionari
Una delle domande cui lgi studenti erano chiamati a rispondere era: «Quanti tipi di malattie sessualmente trasmissibili conosci?». La stragrande maggioranza degli intervistati ha elencato l’Aids, una malattia di cui il 78,8% dei ragazzi ha sentito parlare. Eppure, non altrettanti sanno che cosa sia il virus da immunodeficienza umana, noto come Hiv, vale a dire la vera causa dell’Aids, che solo il 70,8% dei ragazzi ha dichiarato di conoscere. Tutto ciò che riguarda la altre malattie, poi, è immerso in una fitta nebbia.
Solo il 15,7% degli studenti ha ammesso di conoscere la sifilide (percentuale che dopo il corso è salita al 31,4%); va ancora peggio per l’herpes, noto al 13,4% dei ragazzi (sono diventati 30,3% dopo il corso). E scendono vertiginosamente le competenze riferite a malattie come la candida (9,7% prima del corso e 29,5 dopo), l’epatite (8,8% prima degli incontri di formazione, 20,2% dopo), quindi la gonorrea, meglio nota come “scolo” (dal 7,2 al 18,1%).
Va ancora peggio per la clamidia, l’infezione a trasmissione sessuale batterica più diffusa al mondo che conta 50 milioni di casi all’anno e può causare l’infertilità (conosciuta solo il 5,5% dei ragazzi), così come il papilloma (5,6%) e la mononucleosi, nota al 3,7% dei ragazzi. Sorprende che nella categoria delle malattie trasmissibili attraverso il sesso alcuni abbiano collocato il diabete, il vaiolo, la cistite, la tubercolosi e perfino il virus zika, veicolato da zanzare infette.
Nè i ragazzi sembrano interessati ai progressi della medicina e alla ricaduta sulla cura delle malattie sessualmente trasmissibili, visto che solo l’87,1% degli intervistati ha ritenuto falsa l’affermazione “Tutte le malattie sessualmente trasmissibili sono incurabili” dimostrando un pericoloso fatalismo.
I test somministrati dopo il corso hanno dimostrato come la prevenzione si può e si deve fare attraverso l’informazione. Indispensabile, specialmente perché vi sono ragazzi che ritengono possibile la trasmissione di malattie veneree o del virus dell’Hiv attraverso la saliva.
Ne era convinto il 24% degli intervistati (scesi appena al 16% dopo il corso). Senza contare che il 3,9% pensava – e pensa tuttora nonostante le informazioni ricevute – che il vettore delle malattie sia il sudore. Il 78% ha indicato come vettore il sangue (percentuale che nel questionario finale è salita a 90,5%), il 55% ha indicato i fluidi vaginali (il 72% alla fine), e il 72% lo sperma, percentuale che dopo gli incontri di informazione è salita di una decina di punti. In definitiva, per essere la generazione senza tabù, più esposta al contagio, i teen agers hanno dimostrato di avere molto da imparare.
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