Vajont, riproposto il progetto di levare le lapidi dalle gallerie
ERTO E CASSO. La speranza è che almeno per le cerimonie del prossimo ottobre il progetto abbia trovato piena realizzazione: da numerosi anni si ipotizza infatti uno spostamento delle lapidi interne alle gallerie del Vajont, lungo l’ex statale 251 della Valcellina-Val di Zoldo.
Si tratta delle iscrizioni che ricordano gli operai della diga di Erto e Casso morti nel disastro del 9 ottobre 1963. Le lapidi si trovano all’interno degli stretti tunnel che danno direttamente sull’orrido del Vajont.
La sicurezza, per chi si avventura a piedi nelle gallerie, non è certamente delle più elevate. Così che si è pensato di creare uno spazio apposito nella zona del Colomber, accanto alla chiesa di Sant’Antonio da Padova.
Nel 2013 una famiglia si era però opposta all’idea e il sindaco Luciano Pezzin non aveva voluto alimentare polemiche in occasione del 50° anniversario della sciagura. Ora si torna a parlare dello spostamento delle lastre di marmo e di una loro ricollocazione più decorosa.
Nelle vicinanze della chiesetta del Colomber le lapidi sarebbero infatti illuminate da un faro, e chiunque potrebbe deporvi un fiore o un cero. L’intervento costerebbe circa 10 mila euro, una somma che Pezzin garantisce poter essere agevolmente sostenuta dal Municipio.
A questo punto, riprende forza anche un progetto parallelo portato avanti da alcuni sopravvissuti alla tragedia. La volontà dei superstiti è di ricordare con un’apposita targa la figura di Guglielmo Cornaviera, storico presidente del comitato che per anni difese i diritti delle vittime del Vajont e dei loro familiari.
Cornaviera, scomparso nel 2007, non si risparmiò neppure negli ultimi giorni, dedicandosi a tempo pieno alla causa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto