Wu Ming contro la fossa comune, ma scattano i sopralluoghi

Il collettivo di scrittori contesta l’attendibilità del documento e dei testimoni. La replica: nelle liste del ’45 ci sono più di mille nomi di infoibati goriziani

Dopo l’affondo dell’Anpi, pronto a portare la Lega nazionale in tribunale per «gli attacchi falsi e gratuiti agli eroi della Resistenza» anche Wu Ming ha deciso di dire la sua sulla «foiba volante del Friuli orientale che corre, si sposta in lungo e in largo per il Friuli, ogni notte percorre decine di chilometri, per niente rallentata dall’ingombro di – si dice – 800 morti».

I quattro autori “senza nome” del collettivo di scrittura bolognese che vent’anni fa rivoluzionò il romanzo storico in Italia (l’uomo libro pubblicato è “L’invisibile ovunque” sulla Grande guerra) hanno infatti deciso di ospitare sul loro blog un intervento di Nicoletta Bourbaki (è il nome usato da un gruppo di inchiesta su Wikipedia e le manipolazioni storiche in rete, formatosi nel 2012 durante una discussione su Giap.

Con questa scelta, il gruppo omaggia Nicolas Bourbaki, collettivo di matematici attivo in Francia dal 1935 al 1983, si legge sempre sul sito www.wumingfoundation.com) che ha preso di mira non soltanto il documento ritrovato da Urizio contestandone l’attendibilità, ma anche l’intera operazione ritenuta evidentemente un tentativo di strumentalizzazione della storia e della realtà.

«Il risultato - scrive infatti Bourbaki - è un disperato I want to believe fuori dalla realtà, un voler continuare a sognare – o forse è un incubo? – a tutti i costi il cui risultato più evidente sono le cariche a testa bassa di fronte ai ripetuti richiami alla serietà in primis degli eredi dei partigiani nominati nel “documento”. Il figlio di Dante Donato, il partigiano “Annibale” citato nel documento ovviamente smentisce tutto, ma anche l’Anpi prende una posizione che è in fondo di semplice buonsenso.

Dino Spanghero definisce l’informativa dello scandalo “un documento di propaganda che lascia il tempo che trova” mentre Olvi Tomadoni, presidente dell’Anpi Manzano chiede “Quali sono le prove di questa foiba da 200 a 800 persone secretata per un settantennio? Ottocento persone i cui familiari sarebbero rimasti silenziosi per tutti questi anni”». Non solo. Il collettivo si domanda anche che fine abbia fatto il rinvenimento dell’elenco di oltre 800 infoibati goriziani.

Ma Urizio assicura che «a breve, ultimati gli incroci tra le liste originali del primo ottobre 1945 con 1023 da noi recuperate alla Farnesina con le denunce di rientro fatte dai parenti delle vittime, presenteremo le liste definitive, ma si presume che molte delle persone giustiziate in questi luoghi arrivavano dai rastrellamenti e tutti sanno che solo da Gorizia sono scomparse oltre 600 persone».

Al presidente dell’Anpi, Spanghero, Urizio invece ha replicato assicurando che «non ci sono solo testimonianze indirette» e che «le indagini sulla fossa comune proseguiranno tant’è che nei prossimi 15 giorni verranno effettuati dei sopralluoghi sia da parte della Lega nazionale che dalle forze dell’ordine». Urizi ha anche assicurato di essere «io per primo, presidente della Lega nazionale, un convinto antifascista.

La Resistenza va valorizzata facendo emergere la figura degli eroi che hanno combattuto per l’Italia. È chi difende i partigiani che si sono macchiati di reati a macchiare i valori della Resistenza».

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